Due novità dall'Unione Europea
- Segreteria AFIDAMP
- 3 lug
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Direttiva RAEE: impatti operativi per i produttori e distributori del cleaning professionale
Bruxelles, 2 luglio 2025 – La Commissione Europea ha pubblicato l’esito della valutazione della Direttiva 2012/19/UE sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), confermando l’intenzione di procedere a una possibile revisione entro il 31 dicembre 2026, come previsto dalla Direttiva (UE) 2024/884.
La valutazione copre il periodo dal 2012 al 2023 e fotografa lo stato attuale del sistema RAEE nei 27 Stati membri dell’UE, con alcuni dati chiave che emergono con chiarezza:
La raccolta di RAEE è aumentata del 65% tra il 2012 e il 2021, ma 24 Stati membri non hanno raggiunto i target obbligatori del 65% dell'immesso sul mercato o dell’85% del RAEE generato, previsti dalla Direttiva.
Circa il 46% dei RAEE generati non viene raccolto separatamente, ma è disperso in flussi paralleli (esportazioni illegali, rottami metallici, assenza di tracciabilità).
Il tasso di riciclo e recupero del RAEE raccolto si mantiene stabile tra l’80% e l’84%, ma il contributo della preparazione al riutilizzo rimane marginale (circa il 2%).
Solo il 23% degli impianti applica standard elevati per il trattamento del RAEE, come le norme europee EN 50625.
Tali risultati dimostrano che, nonostante i progressi compiuti, permangono criticità sistemiche lungo tutta la filiera RAEE. Per questo motivo, la Commissione evidenzia la necessità di aggiornare la Direttiva, rendendola più coerente con l’evoluzione delle politiche europee in materia di economia circolare, materie prime critiche (CRM), digitalizzazione e progettazione ecocompatibile dei prodotti.
L’analisi evidenzia una serie di ricadute operative che coinvolgono in particolare i produttori di macchinari del settore della pulizia professionale, nonché i distributori e rivenditori, in presenza o online. Le considerazioni raccolte nei documenti di valutazione offrono già oggi elementi concreti su cui le imprese devono iniziare a misurarsi.
Produttori di macchinari: cosa cambia
La Direttiva RAEE 2 ha stabilito obblighi crescenti in materia di raccolta, trattamento e riciclo dei rifiuti elettronici, inquadrati nel principio della Responsabilità Estesa del Produttore (EPR). Le novità più rilevanti:
Aumento dei costi di raccolta e trattamento: i costi per la gestione RAEE, oggi solo parzialmente coperti dalle tariffe EPR, tendono a ricadere indirettamente sui produttori. La media per trattamento e logistica è stimata in oltre €2.400/anno per ogni organismo di responsabilità.
Necessità di riprogettazione: la Direttiva attuale non impone vincoli sul design sostenibile, ma la revisione in corso potrebbe introdurre obblighi di progettazione ecocompatibile, con impatto diretto sulla progettazione delle macchine per la pulizia (es. facilità di smontaggio, recupero componenti, integrazione di materiali secondari).
Tracciabilità e reportistica: l’armonizzazione dei registri RAEE consente una semplificazione, ma richiede adeguamento dei sistemi informativi interni per il monitoraggio puntuale dei flussi di prodotto immessi sul mercato e successivamente gestiti come rifiuti.
Distributori e canali online: nuove responsabilità
Il documento della Commissione segnala gravi criticità nell’applicazione degli obblighi RAEE per gli operatori online. Tra gli aspetti in discussione:
Mancanza di obblighi chiari per gli e-commerce: i distributori digitali e le piattaforme marketplace potrebbero essere presto equiparati ai produttori per responsabilità EPR, con obblighi di contribuzione economica e rendicontazione.
Rischio di concorrenza sleale: le aziende che operano in regola con gli obblighi RAEE rischiano di subire una penalizzazione competitiva rispetto a chi vende online senza adempiere agli obblighi ambientali.
Verso una revisione della Direttiva: cosa aspettarsi
La revisione attesa nel 2026 potrebbe introdurre:
Nuove categorie obbligatorie (es. pannelli fotovoltaici, turbine eoliche)
Obiettivi di raccolta più ambiziosi e obblighi sul recupero delle materie prime critiche (CRM)
Maggior controllo sulla qualità del trattamento nei centri autorizzati
Armonizzazione dei costi EPR a livello europeo
Conclusioni
I produttori di macchinari per la pulizia professionale sono chiamati a prepararsi in anticipo alle modifiche normative, integrando nei propri processi:
Valutazioni ambientali di prodotto (LCA, riciclabilità)
Strategie di ecodesign e circolarità
Adempimenti più rigorosi nella gestione RAEE
Nuove regole UE sui disegni e modelli: cosa cambia per i produttori del cleaning professionale
Dal 1° luglio 2026 entrerà in vigore un nuovo Regolamento di esecuzione della Commissione europea che disciplina le modalità di registrazione, modifica e gestione dei disegni e modelli comunitari. Il testo attua le modifiche introdotte dal Regolamento (UE) 2024/2822, aggiornando profondamente il quadro normativo legato alla protezione dell’estetica dei prodotti.
Questo aggiornamento interessa da vicino anche i produttori di macchine, attrezzature e detergenti per la pulizia professionale, in particolare quelli che utilizzano la tutela del design registrato come strumento strategico di differenziazione e protezione industriale.
Cosa si intende per “design” registrato?
Nel diritto europeo, un disegno o modello tutela l’aspetto esteriore di un prodotto o di una sua parte, risultante da elementi come forma, linee, contorni, colori, superficie, materiali o ornamenti. Il nuovo regolamento estende la protezione anche a:
interfacce digitali e grafiche (GUI),
design dinamici o animati (es. video, modelli 3D),
elementi estetici non incorporati in oggetti fisici.
Ambiti di applicazione nel settore del cleaning
Le nuove regole sono rilevanti per le imprese che registrano design presso l’EUIPO (Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale), in particolare per:
Macchine professionali: lavasciuga, monospazzole, aspiratori, robot autonomi con elementi estetici o interfacce utente.
Attrezzature manuali: scope, mop, secchi, carrelli, dispenser, con forme o caratteristiche distintive.
Packaging dei detergenti: flaconi, tappi, etichette con design riconoscibili e innovativi.
Software di gestione: dashboard e applicazioni con layout grafico protetto.
Principali novità operative
Rappresentazione del design
Sarà possibile presentare disegni statici o animati/dinamici (video, rendering, modelli 3D).
Obbligo di chiarezza e coerenza nella rappresentazione; elementi non protetti vanno indicati con disclaimer visivi.
Modifiche e aggiornamenti
Possibilità di richiedere modifiche immateriali alla registrazione (senza rinunciare a tutta la protezione).
Procedure semplificate per trasferimenti di titolarità, cambi di indirizzo e rinunce parziali.
Digitalizzazione e trasparenza
Certificati di registrazione digitali, accessibili via link.
Pubblicazione elettronica delle domande e delle registrazioni.
Scambio digitale delle informazioni tra autorità nazionali e l’EUIPO.
Costi e contenziosi
Definiti massimali rimborsabili in caso di successo in procedimenti di nullità o appello:
€450 per procedimenti di invalidità,
€550 per appelli,
maggiorazioni se si svolgono udienze orali.
Implicazioni per le aziende associate
Le imprese del comparto che:
investono nel design dei prodotti (estetica, interfacce, packaging),
tutelano forme e aspetti distintivi con registrazioni presso l’EUIPO,
o intendono iniziare a farlo per rafforzare il proprio portafoglio IP
sono invitate a:
aggiornare le procedure interne di deposito e rappresentazione grafica;
valutare l’impatto dei nuovi strumenti (modifiche immateriali, video, modelli 3D);
formare o aggiornare i propri uffici tecnici, marketing o IP.
Quando entra in vigore?
Il regolamento sarà applicabile dal 1° luglio 2026, ma è consigliabile iniziare fin da subito a valutare i propri asset di design registrati e preparare eventuali adeguamenti.
Le nuove regole sostituiscono il Reg. (CE) n. 2245/2002, abrogato a decorrere dal 1° luglio 2026.