La sostenibilità sociale: un impegno strategico per le imprese
- Marketing AFIDAMP

- 3 nov
- Tempo di lettura: 5 min
AFIDAMP, in collaborazione con il proprio partner Dekra, ha organizzato il webinar “Sostenibilità sociale: novità sulla UNI PDR 125 e Reporting semplificato”. La relatrice Ilaria Biffi ha illustrato il tema della sostenibilità sociale, soffermandosi sulle novità relative alla UNI/PdR 125 e al reporting semplificato, con un approfondimento sugli sviluppi normativi e sugli strumenti più attuali che consentono alle organizzazioni di integrare in modo concreto i principi di equità, inclusione e responsabilità sociale nei propri modelli gestionali.
La sostenibilità sociale rappresenta oggi uno dei pilastri fondamentali della strategia ESG (Environmental, Social, Governance) e un elemento sempre più rilevante per le imprese che vogliono crescere in modo responsabile e competitivo. Non si tratta più solo di un obbligo normativo, ma di una vera e propria leva strategica capace di generare valore economico, innovazione e benessere per le persone e le comunità.
Il cambiamento demografico e sociale in atto impone alle organizzazioni di ripensare i propri modelli di lavoro in chiave inclusiva. I dati lo confermano: le aziende con leadership diversificate ottengono performance superiori, fino al 19% di ricavi in più e oltre il 20% di probabilità di superare la media nazionale di redditività. Promuovere diversità e inclusione non è quindi solo giusto, ma anche conveniente.
A livello normativo e regolatorio, la sostenibilità sociale trova riferimento in numerosi framework internazionali e comunitari: dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (SDGs) al Global Compact, fino al Green Deal europeo, alla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) e alla Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD). Anche il nuovo Codice Appalti e la PAS 24000 incentivano nelle gare pubbliche le organizzazioni che adottano pratiche inclusive e paritarie.
Tra gli strumenti più significativi per certificare l’impegno delle imprese spiccano lo standard PAS 24000:2022, che definisce i requisiti per un sistema di gestione sociale e la UNI/PdR 125:2022, dedicata alla parità di genere. Quest’ultima consente alle aziende di attestare il proprio impegno per l’equità retributiva, la rappresentanza femminile e l’inclusione, beneficiando al contempo di agevolazioni economiche e punteggi premianti nei bandi pubblici. In parallelo, la nuova Direttiva Europea 2023/970 sulla parità retributiva introduce ulteriori obblighi di trasparenza salariale, destinati a entrare in vigore entro il 2026.
Completa il quadro la norma ISO 30415:2021, che offre linee guida per la gestione della diversità e dell’inclusione nelle risorse umane e i principali standard internazionali di rendicontazione della sostenibilità, trattando tutte le fasi di vita del lavoratore e offrendo stimoli e best practice da applicare su tutti i passaggi della vita del dipendente. Il tema della D&I diventa importante per attrarre e fare in modo che i lavoratori non abbandonino il posto di lavoro. Il reporting volontario di sostenibilità comprende il GRI (Global Reporting Initiative) e il nuovo VSME (Standard Volontario di Reporting di Sostenibilità per le PMI) e diventa uno strumento di trasparenza, dialogo con gli stakeholder e miglioramento continuo.
Per intraprendere un percorso efficace verso la sostenibilità sociale, ogni organizzazione può partire da un assessment ESG, definire una strategia con obiettivi e KPI (applicabili in maniera differenziata in funzione di cluster dimensionale), sviluppare le competenze interne, adottare best practice e certificazioni di parte terza, coinvolgere gli stakeholder per capire quali sono i temi più rilevanti e comunicare in modo trasparente i risultati ottenuti.
In questo modo, la sostenibilità sociale si trasforma da semplice conformità normativa a motore di innovazione, reputazione e competitività. Un approccio concreto e misurabile, capace di costruire valore condiviso per le persone, le imprese e la società nel suo insieme.
Il webinar completo è disponibile per gli associati nella sezione FORUM del sito AFIDAMP.
sulla UNI PDR 125 e Reporting semplificato”. La relatrice Ilaria Biffi ha illustrato il tema della sostenibilità
sociale, soffermandosi sulle novità relative alla UNI/PdR 125 e al reporting semplificato, con un
approfondimento sugli sviluppi normativi e sugli strumenti più attuali che consentono alle organizzazioni di
integrare in modo concreto i principi di equità, inclusione e responsabilità sociale nei propri modelli
gestionali.
La sostenibilità sociale rappresenta oggi uno dei pilastri fondamentali della strategia ESG
(Environmental, Social, Governance) e un elemento sempre più rilevante per le imprese che vogliono
crescere in modo responsabile e competitivo. Non si tratta più solo di un obbligo normativo, ma di
una vera e propria leva strategica capace di generare valore economico, innovazione e benessere
per le persone e le comunità.
Il cambiamento demografico e sociale in atto impone alle organizzazioni di ripensare i propri modelli
di lavoro in chiave inclusiva. I dati lo confermano: le aziende con leadership diversificate ottengono
performance superiori, fino al 19% di ricavi in più e oltre il 20% di probabilità di superare la media
nazionale di redditività. Promuovere diversità e inclusione non è quindi solo giusto, ma anche
conveniente.
A livello normativo e regolatorio, la sostenibilità sociale trova riferimento in numerosi framework
internazionali e comunitari: dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (SDGs) al
Global Compact, fino al Green Deal europeo, alla Corporate Sustainability Reporting Directive
(CSRD) e alla Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD). Anche il nuovo Codice
Appalti e la PAS 24000 incentivano nelle gare pubbliche le organizzazioni che adottano pratiche
inclusive e paritarie.
Tra gli strumenti più significativi per certificare l’impegno delle imprese spiccano lo standard PAS
24000:2022, che definisce i requisiti per un sistema di gestione sociale e la UNI/PdR 125:2022,
dedicata alla parità di genere. Quest’ultima consente alle aziende di attestare il proprio impegno per
l’equità retributiva, la rappresentanza femminile e l’inclusione, beneficiando al contempo di
agevolazioni economiche e punteggi premianti nei bandi pubblici. In parallelo, la nuova Direttiva
Europea 2023/970 sulla parità retributiva introduce ulteriori obblighi di trasparenza salariale,
destinati a entrare in vigore entro il 2026.
Completa il quadro la norma ISO 30415:2021, che offre linee guida per la gestione della diversità e
dell’inclusione nelle risorse umane e i principali standard internazionali di rendicontazione della
sostenibilità, trattando tutte le fasi di vita del lavoratore e offrendo stimoli e best practice da
applicare su tutti i passaggi della vita del dipendente. Il tema della D&I diventa importante per
attrarre e fare in modo che i lavoratori non abbandonino il posto di lavoro. Il reporting volontario di
sostenibilità comprende il GRI (Global Reporting Initiative) e il nuovo VSME (Standard Volontario di
Reporting di Sostenibilità per le PMI) e diventa uno strumento di trasparenza, dialogo con gli
stakeholder e miglioramento continuo.
Per intraprendere un percorso efficace verso la sostenibilità sociale, ogni organizzazione può partire
da un assessment ESG, definire una strategia con obiettivi e KPI (applicabili in maniera differenziata
in funzione di cluster dimensionale), sviluppare le competenze interne, adottare best practice e
certificazioni di parte terza, coinvolgere gli stakeholder per capire quali sono i temi più rilevanti e
comunicare in modo trasparente i risultati ottenuti.
In questo modo, la sostenibilità sociale si trasforma da semplice conformità normativa a motore di
innovazione, reputazione e competitività. Un approccio concreto e misurabile, capace di costruire
valore condiviso per le persone, le imprese e la società nel suo insieme.
Il webinar completo è disponibile per gli associati nella sezione FORUM del sito AFIDAMP






