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ANZ Focus — Nuova Zelanda: come cogliere domanda qualificata per il cleaning professionale

Nel 2024 la Nuova Zelanda ha importato beni per circa 41 miliardi di euro, in lieve arretramento rispetto al 2023. Il mercato resta però fortemente aperto all’offerta estera e adotta volentieri soluzioni “chiavi in mano” quando migliorano efficienza, sicurezza e qualità dei servizi. I principali fornitori restano Cina, Australia, USA, Corea del Sud e Giappone. Per i produttori italiani di macchine, chimici e attrezzature la fotografia che emerge è chiara: i macchinari (HS 84–85) si confermano il primo aggregato d’importazione del Paese, con 9,77 miliardi di euro; le materie plastiche (HS 39) crescono, raggiungendo 1,40 miliardi di euro. È su questi due pilastri che conviene ancorare l’offerta di cleaning professionale: tecnologie affidabili e connettive da un lato; consumabili e componentistica plastica più sostenibili e gestibili dall’altro.


Un ulteriore elemento favorevole è il nuovo Accordo di libero scambio UE–Nuova Zelanda: l’Unione è il quarto partner commerciale di Wellington e copre il 12,5% delle importazioni NZ nel 2024; l’FTA è operativo e, secondo la Commissione europea, la sola rimozione dei dazi genera risparmi annui stimati per le imprese europee. Per chi esporta macchine e prodotti chimici significa un contesto tariffario più leggero e una cornice regolatoria riconoscibile, utile a valorizzare il posizionamento “premium & compliant” tipico delle imprese italiane.


Dal punto di vista operativo, lavorare ANZ come un’unica regione commerciale è spesso la scelta più efficiente. ICE Sydney supporta infatti anche la Nuova Zelanda con servizi di primo orientamento, scouting e agenda B2B: un canale utile per velocizzare l’ingresso e verificare rapidamente corrispondenze tra gamma prodotto e domanda locale.


Cosa fare adesso

  1. Mappare un distributore/regional hub con service: privilegiare partner che coprano facility services e gestione multi-sito, con stock ricambi e assistenza certificata. Per la prima scrematura e gli incontri preliminari, attivare ICE Sydney specificando linee di prodotto, target e requisiti di post-vendita.

  2. Preparare il “pacchetto d’ingresso”:

    • per le macchine: evidenziare IP, robustezza, telemetria/diagnostica remota, gestione batterie e TCO;

    • per i chimici: concentrazioni e resa (dose-control), documentazione tecnica e di sicurezza completa e pronta all’audit, claim verificabili;

    • per attrezzature e componenti plastici: durabilità, ergonomia, riduzione del consumo di materiali e soluzioni riciclabili coerenti con gli acquisti responsabili.(Strutturare le schede in inglese NZ; policy e specifiche locali sono ben note agli operatori e il rispetto formale accelera la due diligence degli acquirenti.)


Perché ha senso per i soci AFIDAMP

La combinazione di domanda stabile per tecnologie (HS 84–85), crescita delle plastiche (HS 39) e quadro UE–NZ favorevole crea un corridoio naturale per l’offerta italiana di macchine, chimici e attrezzature. Muoversi con metodo—partner solido, documentazione impeccabile, presenza a un evento “hub”—consente di valutare rapidamente fattibilità, margini e service expectations del mercato ANZ, limitando il rischio e massimizzando l’apprendimento commerciale.

 
 

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