ANZ Focus — Nuova Zelanda: come cogliere domanda qualificata per il cleaning professionale
- Segreteria AFIDAMP

- 9 ott
- Tempo di lettura: 2 min
Nel 2024 la Nuova Zelanda ha importato beni per circa 41 miliardi di euro, in lieve arretramento rispetto al 2023. Il mercato resta però fortemente aperto all’offerta estera e adotta volentieri soluzioni “chiavi in mano” quando migliorano efficienza, sicurezza e qualità dei servizi. I principali fornitori restano Cina, Australia, USA, Corea del Sud e Giappone. Per i produttori italiani di macchine, chimici e attrezzature la fotografia che emerge è chiara: i macchinari (HS 84–85) si confermano il primo aggregato d’importazione del Paese, con 9,77 miliardi di euro; le materie plastiche (HS 39) crescono, raggiungendo 1,40 miliardi di euro. È su questi due pilastri che conviene ancorare l’offerta di cleaning professionale: tecnologie affidabili e connettive da un lato; consumabili e componentistica plastica più sostenibili e gestibili dall’altro.
Un ulteriore elemento favorevole è il nuovo Accordo di libero scambio UE–Nuova Zelanda: l’Unione è il quarto partner commerciale di Wellington e copre il 12,5% delle importazioni NZ nel 2024; l’FTA è operativo e, secondo la Commissione europea, la sola rimozione dei dazi genera risparmi annui stimati per le imprese europee. Per chi esporta macchine e prodotti chimici significa un contesto tariffario più leggero e una cornice regolatoria riconoscibile, utile a valorizzare il posizionamento “premium & compliant” tipico delle imprese italiane.
Dal punto di vista operativo, lavorare ANZ come un’unica regione commerciale è spesso la scelta più efficiente. ICE Sydney supporta infatti anche la Nuova Zelanda con servizi di primo orientamento, scouting e agenda B2B: un canale utile per velocizzare l’ingresso e verificare rapidamente corrispondenze tra gamma prodotto e domanda locale.
Cosa fare adesso
Mappare un distributore/regional hub con service: privilegiare partner che coprano facility services e gestione multi-sito, con stock ricambi e assistenza certificata. Per la prima scrematura e gli incontri preliminari, attivare ICE Sydney specificando linee di prodotto, target e requisiti di post-vendita.
Preparare il “pacchetto d’ingresso”:
per le macchine: evidenziare IP, robustezza, telemetria/diagnostica remota, gestione batterie e TCO;
per i chimici: concentrazioni e resa (dose-control), documentazione tecnica e di sicurezza completa e pronta all’audit, claim verificabili;
per attrezzature e componenti plastici: durabilità, ergonomia, riduzione del consumo di materiali e soluzioni riciclabili coerenti con gli acquisti responsabili.(Strutturare le schede in inglese NZ; policy e specifiche locali sono ben note agli operatori e il rispetto formale accelera la due diligence degli acquirenti.)
Perché ha senso per i soci AFIDAMP
La combinazione di domanda stabile per tecnologie (HS 84–85), crescita delle plastiche (HS 39) e quadro UE–NZ favorevole crea un corridoio naturale per l’offerta italiana di macchine, chimici e attrezzature. Muoversi con metodo—partner solido, documentazione impeccabile, presenza a un evento “hub”—consente di valutare rapidamente fattibilità, margini e service expectations del mercato ANZ, limitando il rischio e massimizzando l’apprendimento commerciale.